Nell’immaginario collettivo, il Dark Web viene visto come un mondo virtuale collegato ai terroristi, ai trafficanti di droga, alla vendita di armi e alla pedofilia. In parte è così, anche se in realtà è difficile comprendere pienamente come esso funziona.
Alla stregua di una folta foresta, il Dark Web nasconde le identità delle persone, impedendo di fatto di sapere cosa stiano facendo o dove lo stanno facendo. Tutto questo giustifica il perché venga utilizzato per commettere azioni criminose.
Sfide tecniche
La tecnologia che sta dietro al Dark Web è stata concepita senza debolezza, rendendo difficile l’accesso alle autorità per rintracciare coloro che di esso ne hanno fatto luogo per attività illegali. In particolare, Tor è un software libero e una rete aperta che aiuta a difendersi contro l’analisi del traffico, diventando così parte fondamentale del Dark Web. In poche parole, è globale, non occupa nessuna posizione fisica e non è gestito da qualche entità commerciale.
In linea teorica, per poter rintracciare le comunicazioni inviate tramite Tor bisognerebbe installare una backdoor nell’applicazione, usata da tutti e con lo scopo di fornire segretamente una modalità per aggirare i sistemi di protezione dell’’applicazione. Ma una backdoor potrebbe anche essere utilizzata da un governo, anche di natura oppressiva, per intercettare le comunicazioni. In effetti, le violazioni informatiche dimostrano come qualsiasi backdoor può essere sfruttata dagli hacker per fornire informazioni, immagini e dati.
Sfruttare il Dark Web
Intrufolarsi nel Dark Web non è così facile, in quanto è molto diverso rispetto alla rete telefonica, la quale è gestita da un piccolo gruppo di società, rendendo quindi più facile l’intercettazione.
Dal punto di vista morale, utilizzare la rete oscura crea parecchie questioni. In alcune nazioni venne proposta una legge che supportasse l’attività investigativa; tuttavia, essa venne influenzata dalle rivelazioni di Snowden, le quali hanno dimostrato che la società non si trova a proprio agio quando viene messa in atto un’attività di sorveglianza massiccia e ingiustificata.
Società di sorveglianza
Questo tentativo di sorveglianza massiccia ha portato molte aziende tecnologiche a tirarsi indietro quando si trattava di accedere ai dispositivi degli utenti. Eppure alcune hanno raccolto i dati degli utenti tramite processi interni. Facebook ha abilitato la crittografia su WhatsApp, proteggendo le comunicazioni da sguardi indiscreti, ma potrebbe comunque esaminare i dati nell’app stessa.
Però c’è ancora molta strada da fare prima che la società, i governi, le forze dell’ordine e i tribunali stabiliscano quale sia l’uso appropriato della sorveglianza sia online che offline. Fino ad allora, si dovrà convivere con il fatto che il Dark Web è terreno di battaglia per qualcuno e paradiso criminale per un altro.